Una sala interna |
Una visita interessante, per immergersi nell'arte del '900 che ha toccato la città di Milano, la si può fare alla Casa Museo Boschi di Stefano. Si trova nei pressi di corso Buenos Aires, in una via tranquilla che ti porta indietro nel tempo, tra gli anni di inizi 900, tra Art Déco, Stile Novecento, Razionalismo e Contemporaneo.
Cambiano con i primi decenni del Novecento, le abitudini domestiche degli italiani e con loro anche gli interni e le piante delle nuove abitazioni. Gli architetti si orientano verso una moderna funzionalità: si creano stanze mai concepite prima d'ora: dal guardaroba per gli ospiti alla stanza per lo sport per l'appartamento dell'uomo moderno, alla sala per le proiezioni cinematografiche.
Il valore aggiunto della Casa Museo, è che quando ti stai recando lì ed arrivi al cancello del palazzo è come se stessi andando a trovare un amico a casa sua: entri dal portone, sali le scale, passi porte chiuse di appartamenti abitati da altri inquilini e poi... Eccoti arrivata! La differenza è che non suoni il campanello, che la porta è aperta e che ad accoglierti, come in questo caso, ci sono i volontari del Touring Club.
La palazzina è opera di Portaluppi, come le porte interne e alcuni elementi di arredo.
Subito oltre la soglia, sei immersa in opere d'arte, che spaziano dal futurismo agli anni cinquanta con opere di Soffici, Boccioni, Sironi, Severini e Dottori, del “Novecento italiano”, di Mario Sironi, cui è dedicata una stanza monografica, di Morandi, De Pisis, “Corrente” e del chiarismo lombardo. E poi Fontana, Crippa, De Chirico, Savinio, Piero Manzoni e molti altri artisti interessantissimi.
Dall'ingresso, si passa per corridoi e stanze. Il bagno è di gran rispetto: vasca rialzata con gradino e sanitari original con rubinetteria da osservare. L'ariosa sala si affaccia sulla via con balconi stretti semicircolari. Mi sono divertita a guardare fuori da ogni finestra e ad immaginare un andirivieni di ospiti tra l'artista, il collezionista e il cantante lirico.
Antonio Boschi e Marieda Di Stefano, collezionarono circa 2000 opere, che nel 1973 donarono al Comune di Milano, per creare quello che oggi tutti possiamo visitare gratuitamente. Un grande dono per l'umanità!
Con l'augurio per una vostra gita alternativa, e una particolare attenzione alle tele vulcanizzate di Enrico Baj (splendide!), i lampadari di Murano e uno di Mendini e alle ceramiche della Signora Marieda...Dicono che nel piano inferiore ci sia il laboratorio ceramico della Signora, oggi chiuso perchè inagibile dal pubblico, ma chissà quali meraviglie addormentate giacciono là sotto!
Nessun commento:
Posta un commento