Concetto Spaziale. Attese. Lucio Fontana. |
Il MOVIMENTO SPAZIALISTA è nato intorno al 1950, fondato da Lucio Fontana.
Il primo testo teorico alla base della nascita dello Spazialismo è stato ideato da Fontana nel 1946 a Buenos Aires, in Argentina: il cosiddetto "Manifiesto Blanco", dove si iniziano a delineare le urgenze di un superamento dell'arte come sino ad allora concepita e ormai "stagnante", inserendo le dimensioni del tempo e dello spazio.
I pittori spazialisti non hanno come priorità il colorare o dipingere la tela, ma creano su di essa delle costruzioni che mostrano agli occhi del passante come, anche in campo puramente pittorico, esista la tridimensionalità. Il loro intento è dar forma alle ENERGIE NUOVE che vibravano nel mondo del dopoguerra, dove la presa di coscienza dell'esistenza di forze naturali nascoste come particelle, raggi, elettroni premeva con forza incontrollabile sulla "vecchia" superficie della tela. Tali forze troveranno lo sfogo definitivo nel rivoluzionario gesto di Fontana, che bucando e tagliando la superficie del quadro, fece il passo finale di distacco dalla "vecchia" arte verso la nuova arte spaziale.
Oltre all'iconico taglio del caposcuola Fontana vanno ricordate le più note ricerche degli altri artisti spazialisti:
Mario Deluigi ha inciso la tela grattandone il colore e creando con i suoi graffi fantasmagoriche nuvole di scintille che prefiguravano i movimenti delle particelle nella luce.
Roberto Crippa ha ricreato sulla tela vertiginose spirali nelle quali si può riconoscere la forma intima dell'energia, come nelle orbite degli elettroni attorno all'atomo.
Sento la fermezza del braccio e della mano che tiene un oggetto tagliente e con chirurgica precisione "apre". Permette alla luce di connettere il "qui ed ora" dell'osservatore al flusso della quarta dimensione, il tempo, dall'altra parte del passaggio.
Cosa c'è nella quarta dimensione? Tutto quello che ci vogliamo mettere, in un movimento multidirezionale e multispaziale. I tagli e i buchi dialogano anche con colori accesi spesso dati a spruzzo sulla tela e/o cocci di vetro, che contribuiscono nella comunicazione tra luce, spazio e tempo.
Trovo queste opere di notevole poesia e spiritualità. La tela diventa solo il mezzo per creare passaggi e quasi si fonde, tra le sue increspature dovute ai segni e rientri, come una membrana pulsante in sinergia con lo spazio circostante. Un'esperienza che può essere l'inizio di una riflessione poliedrica, tra Arte ed Esistenza.
A Milano, qualche luogo dove "vivere" un Fontana Spazialista. E qui.
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