giovedì 24 gennaio 2013

Lucio Fontana, appunti

Concetto Spaziale. Attese. Lucio Fontana.
Fontana nacque a Rosario, in Argentina, il 19 Febbraio 1899 da genitori italiani. La sua attività artistica inizia nel 1921 lavorando nell'officina di scultura del padre Luigi Fontana e, del collega e amico del padre, il molinellese Giovanni Scarabelli. Diventa poi seguace di Adolfo Wildt. Sin dal 1949, infrangendo la tela con buchi e tagli, egli superò la distinzione tradizionale tra pittura e scultura. Lo spazio cessò di essere oggetto di rappresentazione secondo le regole convenzionali della prospettiva. La superficie stessa della tela, interrompendosi in rilievi e rientranze, entrò in rapporto diretto con lo spazio e la luce reali. Alla fine degli anni quaranta, collaborò con la Fontana Arte alla realizzazione di basi in ceramica per tavoli e tavolini (su disegno dell'architetto Roberto Menghi.

Il MOVIMENTO SPAZIALISTA è nato intorno al 1950, fondato da Lucio Fontana.
Il primo testo teorico alla base della nascita dello Spazialismo è stato ideato da Fontana nel 1946 a Buenos Aires, in Argentina: il cosiddetto "Manifiesto Blanco", dove si iniziano a delineare le urgenze di un superamento dell'arte come sino ad allora concepita e ormai "stagnante", inserendo le dimensioni del tempo e dello spazio.
I pittori spazialisti non hanno come priorità il colorare o dipingere la tela, ma creano su di essa delle costruzioni che mostrano agli occhi del passante come, anche in campo puramente pittorico, esista la tridimensionalità. Il loro intento è dar forma alle ENERGIE NUOVE che vibravano nel mondo del dopoguerra, dove la presa di coscienza dell'esistenza di forze naturali nascoste come particelle, raggi, elettroni premeva con forza incontrollabile sulla "vecchia" superficie della tela. Tali forze troveranno lo sfogo definitivo nel rivoluzionario gesto di Fontana, che bucando e tagliando la superficie del quadro, fece il passo finale di distacco dalla "vecchia" arte verso la nuova arte spaziale.
Oltre all'iconico taglio del caposcuola Fontana vanno ricordate le più note ricerche degli altri artisti spazialisti:
Mario Deluigi ha inciso la tela grattandone il colore e creando con i suoi graffi fantasmagoriche nuvole di scintille che prefiguravano i movimenti delle particelle nella luce.
Roberto Crippa ha ricreato sulla tela vertiginose spirali nelle quali si può riconoscere la forma intima dell'energia, come nelle orbite degli elettroni attorno all'atomo.

 Quando mi trovo di fronte ad un' opera Spazialista di Lucio Fontana, provo a sentire quell'energia, quell'impulso che portarono l'artista, uomo e scultore, a bucare la superficie che fino ad allora illude  l'occhio con una terza dimensione non esistente, ma creata con l'artificio della prospettiva.
Sento la fermezza del braccio e della mano che tiene un oggetto tagliente e con chirurgica precisione "apre". Permette alla luce di connettere il "qui ed ora" dell'osservatore al flusso della quarta dimensione, il tempo, dall'altra parte del passaggio.
Cosa c'è nella quarta dimensione? Tutto quello che ci vogliamo mettere, in un movimento multidirezionale e multispaziale. I tagli e i buchi  dialogano anche con colori accesi spesso dati a spruzzo sulla tela e/o cocci di vetro, che contribuiscono nella comunicazione tra luce, spazio e tempo.
Trovo queste opere di notevole poesia e spiritualità. La tela diventa solo il mezzo per creare passaggi e quasi si fonde, tra le sue increspature dovute ai segni  e rientri, come una membrana pulsante in sinergia con lo spazio circostante. Un'esperienza che può essere l'inizio di una riflessione poliedrica, tra Arte ed Esistenza.
A Milano, qualche luogo dove "vivere" un Fontana Spazialista. E qui.

giovedì 17 gennaio 2013

Un pomeriggio in visita



Una sala interna

Una visita interessante, per immergersi nell'arte del '900 che ha toccato la città di Milano, la si può fare alla Casa Museo Boschi di Stefano. Si trova nei pressi di corso Buenos Aires, in una via tranquilla che ti porta indietro nel tempo, tra gli anni di inizi 900, tra Art Déco, Stile Novecento, Razionalismo e Contemporaneo.

Cambiano con i primi decenni del Novecento, le abitudini domestiche degli italiani e con loro anche gli interni e le piante delle nuove abitazioni. Gli architetti si orientano verso una moderna funzionalità: si creano stanze mai concepite prima d'ora: dal guardaroba per gli ospiti alla stanza per lo sport per l'appartamento dell'uomo moderno, alla sala per le proiezioni cinematografiche.
Il valore aggiunto della Casa Museo, è che  quando ti stai recando lì ed arrivi al cancello del palazzo è come se stessi andando a trovare un amico a casa sua: entri dal portone, sali le scale, passi porte chiuse di appartamenti abitati da altri inquilini e poi... Eccoti arrivata! La differenza è che non suoni il campanello, che la porta è aperta e che ad accoglierti, come in questo caso, ci sono i volontari del Touring Club.
La palazzina è opera di Portaluppi, come le porte interne e alcuni elementi di arredo.
Subito oltre la soglia, sei immersa in opere d'arte, che spaziano dal futurismo agli anni cinquanta con opere di Soffici, Boccioni, Sironi, Severini e Dottori, del “Novecento italiano”, di Mario Sironi, cui è dedicata una stanza monografica, di Morandi, De Pisis, “Corrente” e del chiarismo lombardo. E poi Fontana, Crippa, De Chirico, Savinio, Piero Manzoni e molti altri artisti interessantissimi.

Dall'ingresso, si passa per corridoi e stanze. Il bagno è di gran rispetto: vasca rialzata con gradino e sanitari original con rubinetteria da osservare. L'ariosa sala si affaccia sulla via con balconi stretti semicircolari. Mi sono divertita a guardare fuori da ogni finestra e ad immaginare un andirivieni di ospiti tra l'artista, il collezionista e il cantante lirico.
Antonio Boschi e Marieda Di Stefano, collezionarono circa 2000 opere, che nel 1973 donarono al Comune di Milano, per creare quello che oggi tutti possiamo visitare gratuitamente. Un grande dono per l'umanità!

Con l'augurio per una vostra gita alternativa, e una particolare attenzione alle tele vulcanizzate di Enrico Baj (splendide!), i lampadari di Murano e uno di Mendini e alle ceramiche della Signora Marieda...Dicono che nel piano inferiore ci sia il laboratorio ceramico della Signora,  oggi chiuso perchè inagibile dal pubblico, ma chissà quali meraviglie addormentate giacciono là sotto!

martedì 15 gennaio 2013

Connessioni

Pensando all'informatica e alle telecomunicazioni "Connessione" può essere: hardware, di rete, telefonica, internet, radiomobile, wireless, satellitari.
Trasponendo il termine alla comunicazione tra esseri viventi ciò è comunicazione, dialogo e quindi connessione.

Amore. Particolare. Tecnica mista.  


 

 

Milioni di persone soffrono: vogliono essere amate ma non sanno come amare.
E l'amore non può esistere come monologo; è un dialogo, un dialogo pieno di armonia.

                                                                                                                                   Osho



Connessione in un dialogo va al di là dello scambiarsi informazioni che si possono più o meno ascoltare; significa entrare in un rapporto sottile con la presenza che si ha vicino e percepire tutti quei particolari che si trovano dietro l'apparente forma della parola. In connessione le parole diventano anche superflue.

Anima. Particolare. Tecnica mista.
 Sentirsi nell'Io-Me, comunicare nell'Io-Tu, nell'Io-noi, nell'Io-Universo non sempre è facile, ma possibile. Vedo le connessioni possibili come filamenti luminosi che si estendono dal nostro corpo fisico a ciò che ci circonda, incontrando, scontrando, confrontando, unendo, prolungando, espandendo messaggi che diventano pulsazioni di un cuore universale nel quale restiamo avvolti.

Universo. Particolare. Tecnica mista.
E questo chiude forse il cerchio della spirale che mi ha portata ai segni e alla materia nelle Opere Anima, Amore e Universo.